EPA: l’Europa riconosce e tutela altre due I.G. del sake.

ACCORDO DI PARTENARIATO PER FAVORIRE IL COMMERCIO TRA UE E GIAPPONE

Approfondimento

A cura di G. Baldini

Il processo normativo promosso alla fine degli anni ’90 con il supporto del WTO per la definizione delle indicazioni geografiche tipiche, continua inarrestabile e trova nel patto di partenariato economico tra l’unione europea ed il Giappone rappresenta senz’altro un elemento decisivo per una ulteriore accelerazione e valorizzazione delle risorse agroalimentari e delle produzioni tradizionali anche del Giappone.

L'EPA E L'INDICAZIONE GEOGRAFICA TIPICA.

Il patto di partenariato economico (Economic Partnership Agreement, EPA) entrato in vigore il 1° febbraio 2019 tra gli stati membri dell’unione europea ed il Giappone, in questi primi due anni, ha facilitato ed incrementato le relazione commerciali tra i soggetti interessati. Le finalità perseguite nell’accordo tendono a creare le condizioni per pratiche commerciali condivise ed il consolidamento dei risultati raggiunti. L’ accordo mira in particolare a eliminare le barriere commerciali (graduale esenzione dazi per carni e formaggi, ed esenzione totale per vino e sake) e a favorire le importazioni ed esportazioni di prodotti e servizi delle piccole e medie imprese. Si vuole, in pratica, garantire l’apertura dei mercati e migliorare la tutela dei prodotti agricoli di alta qualità anche attraverso il riconoscimento delle rispettive indicazioni geografiche. 

 

L’EPA, siglato nel febbraio del 2019, ha protetto 211 indicazioni geografiche europee di cui 45 (26 per bevande alcoliche e 19 per alimenti) relative a prodotti  italiani. Mentre per il Giappone sono state incluse 55 indicazioni (47 per prodotti alimentari e 8 per bevande alcoliche). Per quanto riguarda il sake, le prime indicazioni tipiche giapponesi che sono state formalizzate nell’EPA sono state la denominazione tout court di Nihonshu, quella di Hakusan, nella prefettura di Ishikawa, e quella di Yamagata della omonima prefettura.

Il percorso dell’accordo di partenariato è tutt’altro che concluso. Come previsto fin dall’inizio, l’UE e il Giappone stanno procedendo ad allargare il raggio di azione normativo dell’EPA introducendo, attraverso la proposta di elenchi aggiuntivi, altri prodotti tipici altrimenti esposti a frodi o poco valorizzati al di fuori dei propri confini. 

Il 10 marzo del 2021, si è chiuso l’iter che ha portato al riconoscimento da parte dell’unione europea di altre 28 indicazioni geografiche tipiche giapponesi tra cui due relative al sake: quella che riunisce i produttori della prefettura di Kobe con la denominazione Nadagogo; e quella che si riferisce al  sake prodotto nell’area di Harima

E’ chiaro quindi che l’opera del governo giapponese continua nelle direzione della valorizzazione delle tradizioni locali e tale da agevolare le piccole e medie imprese (cantine di sake) ad intraprendere quel percorso di internazionalizzazione con le necessarie tutele.

Un dialogo graduale, certo, sol che si consideri che rimangono ancora da ufficializzare altre due indicazioni per il sake. Eppure è innegabile che l’accordo di partenariato stia portando con se indubbi vantaggi economici per i prodotti alimentari (graduale esenzione dazi per carni e formaggi) e bevande alcoliche o spiritose, e quindi anche per il sake, per cui fin da subito sono stati aboliti ogni tipo di dazio. Così come è innegabile che questi riconoscimenti reciproci creano terreno fertile per la promozione che si svilupperà  in un secondo momento e anzi proprio grazie alla definizione della tutela.  

L’EPA in soli due anni si sta dimostrando uno strumento utile per accelerare il processo di internazionalizzazione e di liberalizzazione dei commerci tra le imprese degli stati coinvolti. Di fatto si è andata ad istituire una estesa zona di libero scambio, priva di dazi su molti prodotti agroalimentari (vino, prodotti caseari, carni), dove le indicazioni geografiche restano di importanza strategica nella promozione di prodotti e nella valorizzazione di processi produttivi tipici.

Che sia l’incipit di una pianificazione governativa a supporto di una promozione più capillare e strutturata anche del mondo del sake in Europa? Ancora questo è un dato non disponibile, d’altro canto una risposta affermativa sarebbe auspicabile soprattutto in questo momento storico.

GIOVANNI BALDINI sake

Bio.

Giovanni Baldini dal 2014 collabora con le cantine giapponesi nell’attività di promozione per una corretta conoscenza del sake. Laureato in Giurisprudenza, fotografo e manager per professione, è diventato imprenditore per passione. Scopre e importa sake artigianali da piccole cantine nelle campagne o in sobborghi del Giappone dove viaggia dal 2004. Spinto da questa forte motivazione per il sake e per il suo mondo, ha fondato la prima Scuola Italiana Sake, dove svolgerà la sua attività di formazione a Firenze quando non sarà in Giappone a lavorare come operaio in cantina a produrre sake. Questo blog raccoglie informazioni, notizie sempre aggiornate e le esperienze che animano il mondo del sake.

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