REPORTER SAKE – IL SAKE IN VIAGGIO

Il sake in viaggio: il racconto di Monica

Intervista

A cura di M. Masini

Ma: Ciao Monica, ti ringrazio per la disponibilità . Oggi parliamo di sake giapponese. A quando risale la tua prima esperienza con il sake?

Mo: La mia prima esperienza con il sake risale ad agosto 2019. Eravamo in viaggio per turismo e ci siamo fermati in un ristorante di tempura a Kyoto, Yoshikawa Tempura. E’ un tipico ristorante in stile giapponese, con la friggitrice per la tempura al centro del locale e un bel bancone in legno tutto attorno. Un ristorante molto piccolo, intimo, dove i coperti non superano le 10 persone. Ci siamo andati su consiglio di un amico, che aveva provato lì la tempura e ne era rimasto più che soddisfatto. Abbiamo mangiato molto bene ed è stata una piacevole serata, unica pecca forse la barriera linguistica; il cuoco, che parlava solo giapponese, non ci ha rivolto che poche parole, credo per avvisarmi che quello che stavo per mangiare era caldo! “Fai attenzione per favore…” (più che caldo direi ustionante… cosa di cui mi sono accorta solo nell’istante in cui ho addentato la prima melanzana fritta). A fine pasto, la signora addetta all’accoglienza ci ha servito del sake. Caldo.

Ma: Da come lo descrivi sembra davvero un posto tipico, e molto caratteristico. C’è qualcosa che ti ha colpito subito quando hai bevuto il sake?

Mo: La sensazione più immediata è stata il calore della bevanda. In estate a Kyoto ci sono circa 40° all’esterno, e alla sola idea di bere qualcosa di caldo mi sentivo male. Ma non siamo riusciti a dire di no. D’altronde eravamo in Giappone, perché rinunciare a questa esperienza? Così ho bevuto il sake, e sono rimasta piacevolmente sorpresa.

Ma: Perché sorpresa? Ha deluso le tue aspettative, oppure ti ha incuriosito?

Mo: E’ stata una bella esperienza. Mi ha come “lavato il palato”. Devo ammettere che non sapevo niente di come si beve il sake. Quindi continuavo a guardarmi intorno cercando di imitare gli altri commensali, negli atteggiamenti e nel modo in cui bere il sake.

Ma: Possiamo dichiararlo un amore al primo sorso?

Mo: Si, assolutamente, mi è piaciuto fin da subito. Forse mi pento un po’ di non aver provato il sake freddo; mi sarebbe piaciuto poter fare un paragone, capire a quale “temperatura” si percepivano meglio i sapori o quale gusto avrebbe lasciato in bocca se bevuto freddo.

Ma: Hai avuto altre occasioni di berlo, magari abbinato ad altre pietanze giapponesi, o internazionali ?

Mo: Per ora ho avuto occasione di berlo solo con pasti giapponesi, oppure mescolato ad altri ingredienti, come per esempio in qualche cocktail, anche se in questo caso non ho potuto effettivamente percepirne il sapore, sovrastato da altri aromi e sapori.

Ma: Data la tua esperienza in loco, quale pensi sia il modo migliore per avvicinarsi al sake? Come o quale sake consiglieresti a qualcuno che volesse provarlo per la prima volta?

Mo: Penso che la cosa migliore sia berlo con qualcuno che se ne intende un po’, senza andare a casaccio, o alla cieca. Forse è il modo di migliore di degustarlo. Un po’ come si dovrebbe fare con una buona bottiglia di vino. Anche io, se ne avessi l’occasione, vorrei per prima partecipare a una degustazione di sake; in particolare, sarei curiosa dei suoi potenziali abbinamenti gastronomici, quale tipo di sake si adatta meglio a quale pietanza o cucina, e perché.

Ma: A qualche anno di distanza dalla tua prima esperienza, cosa ne pensi del sake oggi e della sua conoscenza in Italia?

Mo: Credo che sia ancora un prodotto poco conosciuto e apprezzato, ma chi lo sa?, magari come ingrediente per i cocktail, o in abbinamento, potrebbe far sì che i giovani ne conoscano e apprezzino le potenzialità, accrescendo la popolarità del sake anche in Italia.

 Ma: E se ci fosse l’occasione di partecipare ad un corso sul sake giapponese…

Mo: Con il sake ho avuto solo questa breve esperienza. Mi piacerebbe poter parlare con qualcuno che ha più conoscenza e dimestichezza nel settore. Se ne avessi l’occasione, mi piacerebbe sapere qualcosa in più su tempi e metodologie di produzione. Vorrei conoscerne le potenzialità sul nostro territorio, e sapere anche cosa pensano i giapponesi del sake. Sono curiosa di sapere se per i giapponesi, il sake è equiparabile al nostro vino, o a qualche altra bevanda alcolica; se ci sono qualità più o meno scadenti, e se sono soliti berlo durante i pasti o solo alla fine.

Grazie ancora per il tempo che ci hai dedicato. Speriamo che tu possa presto accrescere le tue esperienze nel mondo del sake, magari con eventi o degustazioni nella tua zona oppure – perché no? – con i corsi della Scuola Italiana Sake. Intanto, mi sento di segnalarti uno dei nostri eventi, il Sake Day, che si terrà a Firenze, il 01 ottobre 2021, dalle 16 alle 23. Se riesci a venire, potrai assistere ad alcune interessanti approfondimenti sul sake tenuti da alcuni esperti conoscitori del fermentato giapponese, oppure intrattenerti a degustare alcuni dei migliori sake che si trovano in Italia.

Se invece fossi incuriosita dai nostri sake, ti ricordo che consegniamo in tutta Italia in 48 ore. Potrebbe essere un modo alternativo e nuovo per ricordare il Giappone, sorseggiando un buon sake! Siamo a tua disposizione in caso volessi consigli su quale provare o con quale iniziare una nuova esperienza nel mondo del sake: info@firenzesake.com

Bio.

Nata e cresciuta a Firenze, amo fin da bambina il Giappone e la sua magnetica cultura. Sono appassionata di lingue straniere, letteratura, musica e fotografia. Ho collaborato con diverse realtà giapponesi nella mia città, cercando di imparare quanto più possibile da ogni persona incontrata durante queste esperienze. Quando sono arrivata in Giappone per la prima volta, mi sono sentita finalmente a casa.
Da allora, aspettando l’occasione giusta per tornare, cerco di migliorare e approfondire, giorno dopo giorno, la conoscenza di quanti più aspetti possibili di questo straordinario paese.

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