Dal 2014 importo in esclusiva per l’Italia una selezione di sake giapponesi da produttori che hanno fortemente voluto venire in Italia per condividere la loro scelta di vita ed il loro stile, per far conoscere la storia delle loro famiglie che da generazioni costellano l’universo del sake giapponese.
Vivere nei secoli.
Le cantine che ho visitato e poi selezionato sono tradizionali ed espressione di un vissuto in un territorio. I produttori che ho incontrato e, con il tempo, conosciuto abitano con le loro famiglie e fin da bambini in vicinanza della cantina. Alcuni di loro hanno la propria abitazione nello stesso perimetro della cantina ed è facile immaginare che da bambini scorrazzassero tra le tank ed il riso, tra i i macchinari e gli operai impegnati a produrre il sake, così come si corre da bambini nella casa di mamma e papà in mezzo ai giocattoli sparsi sul pavimento. Di padre in figlio o di madre in figlia, tutti i produttori che importo si sono tramandati il testimone per consapevole scelta di vita nei secoli dei secoli.
Tomita anno di fondazione della cantina 1542.
Amabuki anno di fondazione della cantina 1688.
Yoshida anno di fondazione della cantina 1806.
Sekiya anno di fondazione della cantina 1864.
Mikunihare anno di fondazione della cantina 1887.
Kazuma anno di fondazione della cantina 1890.
Joyo anno di fondazione della cantina 1895.
Arimitsu anno di fondazione della cantina 1903.
Ad oggi, ho visitato cinquantatre cantine di sake e fin dall’inizio – correva l’anno 2004 …- delle mie esplorazioni giapponesi mi sono chiesto quale potesse essere una linea guida per orientarsi nel mondo del sake. A quel tempo mi sono messo nei panni del neofita che voglia bere il vero sake ed ho pensato che fosse la qualità il valore irrunciabile e che – come ero solito dire – “bere il sake giapponese con la stessa qualità che si trova in Giappone” fosse l’esperienza principale e ricercata per chi in Italia si avvicina al sake giapponese.
E se la qualità dei sake non fosse tutto?
Poi, strada facendo, ho riflettuto. Certo la qualità è importante eppure forse c’è qualcos’altro. Si può maturare una propria visione del mondo del sake solo attraverso la condivisione del punto di vista di chi quella esperienza la vive giorno per giorno sulla pelle. E quale miglior garanzia offrire se non la vita vissuta e tramandata dei produttori? Una garanzia che nasce appunto da una scelta che si fonda sul rispetto delle proprie origini: quella di voler produrre il sake non già per esprimere un tedioso e basso valore commerciale, do ut des, quanto piuttosto per dare valore alla storia della propria famiglia dedita alla produzione del sake come manifestazione della propria immagine e stile nel rispetto della tradizione del sake. Una tradizione che i produttori rendono contemporanea, reinterpretandola con la sensibilità dei tempi moderni oltre che con il supporto delle nuove competenze che la scienza e la tecnologia mette a disposizione delle cantine.

Produttori di sake in visita in Italia
Quando i produttori sono venuti in Italia con le attività di Firenzesake, piuttosto che per il Vinitaly, è stato non già per presentare le bottiglie di sake quanto piuttosto per entrare in contatto con il pubblico italiano e per farsi conoscere. Erano davvero entusiasti e pronti a farsi conoscere attraverso la storia della loro famiglia condividendo un valore che è universale, quello umano. E’ in quest’ottica che quando i produttori sono venuti in Italia si è realizzata una esperienza di valore maturata nell’incontro con professionisti della ristorazione e della mixology italiana che già conoscevano i loro sake e che erano venuti per comprendere chi e quale storia umana ci fosse dietro ad una scelta espressione di vita. Se avrete occasione di incontrare i produttori di sake, non lasciatevela scappare: sono persone di cuore ed hanno fatto un lungo viaggio pur di incontrarvi e comunicare con voi. Intanto potrete degustare i loro sake e, sorseggiandoli comodi a casa vostra, immaginarvi in Giappone.