Dal 2015 importiamo sake artigianali direttamente dal Giappone.
In realtà, la nostra missione non è solo quella di riuscire a portare una selezione di sake artigianali in Italia.
Noi i sake li andiamo a cercare e scegliere nelle sakagura, nelle cantine dove vengono prodotti.
E vogliamo farveli assaggiare come se li beveste in Giappone, con la stessa qualità, fragranza e freschezza. Questo è il nostro impegno.
Ci prefiggiamo anche un compito altrettanto importante : diffondere la cultura del sake. Quale la storia di questa millenaria bevanda? Come si produce questo frutto della fermentazione del riso? Come e quando si beve questo fermentato?
Primo Sake Day a Firenze: Todo Modo.
E’ in questa mediazione culturale che abbiamo incontrato la sensibilità delle persone che animano la libreria Todo Modo, dove già l’anno scorso eravamo stati ospiti di un primo incontro sul sake giapponese.
Todo Modo è come un porto in cui le idee nuove trovano libero accesso: approdano per poi diffondersi nell’entroterra. Ecco che allora il primo Sake Day a Firenze non poteva che svolgersi in questa cornice naturalmente predisposta ad accogliere nuovi stimoli dal mondo.
All’incontro del 1 ottobre 2016 ha contribuito con le sue sushi-creazioni la chef giapponese nonchè esperta e profonda conoscitrice di vini e di sake che è Mirai Tsuda.
Il luogo si è arricchito anche delle opere di due artisti fiorentini Mari Yoshida e Giuliano Foglia che hanno proposto un’interessante varietà di bicchieri in argento dove poter apprezzare i sake giapponesi offerti nella serata.
L’evento è nato con il supporto e la collaborazione con Sake on the Table e del loro distributore locale Vinoutlet.
Quello che ci accomuna è senz’altro la volontà di farvi conoscere quello che è realmente il sake giapponese con la passione che ci contraddistingue.
Il sake. I primi passi.
E allora? Alcune pillole su come gestire il sake sono d’obbligo. I famosi primi passi. Il sake come il vino appena aperto conviene farlo respirare… acclimatare per alcuni minuti…Quindi, quando potrete una bottiglia a quella famosa cena dove vorrete fare bella figura con amici ed amiche, fatelo mettere un attimo in frigo e, sopratutto, apritelo con qualche minuto di anticipo. Il sake è vivo e ben si adatta.

Sake in degustazione: Hakuryu Junmai Ginjo. Il sake con il Drago.
Sake… freddo.
Il sake si serve freddo, o meglio, non solo caldo.
Se vi capiterà di andare in Giappone in un sake bar, vedrete che sarà più facile che il sake vi venga servito ad una temperatura di servizio tra i 5 e gli 8 °C. E per giunta in calici di vetro. Questa è la pratica più diffusa ad oggi.
In realtà, caldi di sake ce ne sono solo alcuni. e sono quelli in cui è lo stesso produttore ad indicare la possibilità di riscaldarli anche fino a 50°C. E questo solo per (r)aggiungere tonalità aromatiche e di gusto altrimenti latenti e poco evidenti. La temperatura di servizio serve per costruire una struttura di gusti creata dalla mente del produttore per offrire il suo miglior sake.

Sake in degustazione: Kazuma Chikuha Noto Junmai.
Il sake accompagna il cibo.
Il sake per le sue proprietà accompagna il cibo: bevetelo durante il pranzo, non lo relegate al nobile rango di liquore digestivo. Se non altro perché: in primis il sake non è un liquore – se non si fosse capito – è un fermentato; in secundo, sebbene ci siano alcuni sake pensati per il fine pranzo – mi vengono in mente alcuni sake da dessert, con residui zuccherini -, nella maggior parte dei casi il sake si scopre nei diversi abbinamenti con carni rosse e bianche, pesce, verdure e formaggi in cui sviluppa tutte le sue potenzialità.
Kanpai!
Bene, siccome siamo ancora sulla scia del primo Sake Day che si è svolto a Firenze, lanciamo un messaggio al mondo: lasciatevi conquistare da questa nuova esperienza che è il sake! Allargate gli orizzonti!